CONTATTO
UFFICIO
SOCIAL
Via Confalone 7
Napoli
80136
Falanga e Morra architetti
P. I.: 02887420640
Noi
Noi, insieme a chi ha percorso un pezzo della nostra storia, impegnati a proporre un’architettura per la vita, tenendo sempre presente che è nostra responsabilità inserire l’architettura nel contesto urbano, ambientale e sociale, ma anche avere una visione libera da condizionamenti.
Lo studio nasce nel 1989 su iniziativa dell’architetto Giovanni Falanga. Da subito lo studio si pone in controtendenza, affrontando temi progettuali lontani da logiche speculative, e di grande respiro territoriale e culturale: il Parco Archeologico di Posillipo, Il Parco della Transumanza e Il Parco Archeologico della città di Atella. Tutti progetti destinati a cambiare le sorti di territori lasciati nell’abbandono, ammaliati da uno sviluppo industriale mai avvenuto, e che attendevano una svolta a partire dalle loro specificità culturali. Una visione, oggi riconosciuta valida, che si è scontrata, prima con il totale disinteresse dei temi della riqualificazione e successivamente con la crisi economica degli anni novanta e con il taglio definitivo della spesa pubblica. Alla fine questi grandi progetti sono stati tutti realizzati dopo molti anni di intenso lavoro e rappresentano le radici del nostro modo di affrontare il tema progettuale.
Ho iniziato a lavorare con Giovanni Falanga nel 1990, ancora studente. Ho condiviso da subito l’idea che la professione di architetto debba svolgersi mantenendo una visione personale, attenta alle istanze dei committenti e dei fruitori ma sempre libera da condizionamenti, spesso anche rinunciando a gratificazioni economiche.
Gli anni successivi hanno visto impegnato l’architetto Falanga quale consulente tecnico presso il Comune di Napoli, Il Commissariato per la Ricostruzione delle zone colpite dall’alluvione di Sarno, il Comune di Torre del Greco. Contemporaneamente, è cresciuto il mio impegno e la mia responsabilità all’interno dello studio di progettazione, fino a essere professionista associato e poter sviluppare progetti come la Chiesa Parrocchiale di Pianura, premiata poi con il riconoscimento INARH Campania.
Oggi lo studio è impegnato nello sviluppo di iniziative residenziali, commerciali e alberghiere; è tra i consulenti per l’Aeroporto Internazionale di Napoli e, soprattutto continua a ritagliarsi un ruolo nello sviluppo del nostro territorio: ultimo impegno è la ricostruzione del palazzetto dello sport di Napoli.
Arch. Giovanni Morra
Insieme a
In questi anni molti giovani architetti e geometri, poi diventati ottimi professionisti, hanno condiviso con noi il lavoro concreto e quotidiano che sta dietro ad ogni progetto.
Per noi la fase del “mestiere” ha avuto sempre un posto di rispetto, tanto che, nel tempo, si è ritagliata un ruolo anche nella parte ideativa. Il nostro studio è stato sempre una bottega dove l’esperienza si è incontrata con la creatività dei giovani professionisti in un proficuo arricchimento. L’architettura è creativa “amo gli inizi” diceva Louis Kahn, e aggiungeva “ritengo l’inizio il fondamento del continuare”. Senza un inizio creativo non c’è architettura, la nostra è una creatività che ha avuto sempre un solo scopo: “continuare”, trasformare fisicamente lo spazio, per trasformare le visioni in “arte del costruire”.
Mi piacerebbe raccontare la storia di ognuno dei nostri collaboratori, li porto tutti nel mio cuore e, quando posso, li seguo sempre con affetto e anche con un po' di orgoglio.
Uno studio è fatto anche dei propri committenti (clienti?) essi non sono presenti fisicamente ma influenzano comunque i tempi del progetto, i ritmi e gli obiettivi. Antonio Monestiroli in un suo scritto affermava che “la maggioranza degli architetti ha scelto la strada più facile che è quella di fare quel che viene chiesto loro dalla committenza”.
Nella Critica del Giudizio Kant affermava che: “La bellezza è la forma della finalità di un oggetto in quanto questa vi è percepita senza la rappresentazione di uno scopo”. Quindi, per fare delle belle architetture dovremmo liberarci degli scopi, ovvero della committenza. Vi confesso, noi ci siamo riusciti raramente. Nel sito c’è una sezione dedicata alle architetture “di carta” apparentemente libere da condizionamenti.
Diversamente nella nostra esperienza abbiamo dovuto far dialogare l’istanza dei committenti con la nostra sensibilità, a volte anche con la presunzione di poterla influenzare. Diceva Adolf Loos: “ogni città ha gli architetti che si merita” definendo una reciproca influenza tra la creatività e l’uso che si vuole fare di essa.
Arch. Giovanni Morra
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